I "Giochi Olimpici" a Ramallah

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I "Giochi Olimpici" a Ramallah

Venuti dalla Francia, dei giovani volontari si sono impegnati in un’esperienza in Terra Santa a servizio dei bambini palestinesi durante l’estate, nello spirito dell’Ordine del Santo Sepolcro. La testimonianza che ci hanno fatto arrivare è commovente e rende omaggio ad una gioventù animata dal desiderio di costruire ponti fra culture nel nome della fede in Gesù Cristo.

 

Ramallah: che sapore aveva per noi questa parola! Ci si nascondeva dentro tutto l’Oriente mentre il nostro gruppo di cinque volontari si organizzava per preparare il campo estivo della parrocchia latina. Ci attendevano dieci giorni di giochi, canti, scoperte, insegnamento del francese e incontri ma anche dieci giorni per imparare sul campo la realtà politica, sociale e religiosa di questa terra, oggetto di tanta cupidigia. Sì, tutti e cinque non vedevamo l’ora di andare ad incontrare dei palestinesi.

Questo progetto ci era stato proposto da Charles-Edouard Guilbert-Roed, scudiero dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, che aveva già dato il via ad un primo campo a Ramallah nel 2015.

Il successo di quel campo presso le famiglie e i professori, come anche i legami instaurati con la parrocchia, avevano convinto tutti della necessità di continuare l’esperienza. All’inizio del mese di giugno – la flessibilità orientale del calendario ci aveva già conquistati – furono fissate le date del campo, ossia dal 20 al 30 luglio, e il tema : “I Giochi Olimpici”.

Dal nostro arrivo, il professore di francese che aveva aiutato ad organizzare il campo dell’anno precedente ci ha resi partecipi dell’entusiasmo che aveva suscitato quella prima esperienza. Ci aspettavamo dunque di accogliere più dei 30 bambini del 2015 e ci siamo preparati a ricevere circa 35 studenti. Che sorpresa è stata quando il primo giorno abbiamo scoperto che avremmo condiviso questa settimana e mezzo con non meno di 70 giovani ben motivati e impazienti di conoscere meglio la nostra lingua. Più del doppio dello scorso anno e questo significa che il passaparola ha funzionato.

Fra le tante cose che abbiamo potuto osservare e che ci hanno stupiti, bisogna sottolineare la grande vicinanza che esiste fra le comunità cristiane e quelle musulmane. Qui tutti vivono armoniosamente e certe iniziative pubbliche si impegnano ad organizzare attività che coinvolgano le varie anime della società.

Se la gioia dei bambini e la vicinanza delle comunità fra loro non fossero bastate a conquistarci, l’ospitalità, tanto della comunità nella quale viviamo e di coloro che ci assistono, quanto dei genitori riconoscenti, ci convince della fortuna che abbiamo di far parte di questa ancora giovane avventura. Infatti, in meno di quattro giorni, possiamo contare: una serata animata da un prete che vive con noi, due inviti a cena, un invito per uno spettacolo di danza tradizionale seguito da un tè a casa di una delle nostre preziose amiche e, ancora, l’invito ad una visita guidata dei luoghi principali della città.

Oggi abbiamo una sola certezza: questo campo continua a trasformarci ogni giorno di più.  


Claire de Puybaudet e Guillaume Malnoy

Il campo della "Tribune de Terre Sainte" quest'anno è animato da Claire de Puybaudet, Anne Hitier, Joella Mercier des Rochettes, Guillaume Malnoy e Louis-Marie de Pomerol.

 

(28 luglio 2016)